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Robert Muller

Il mondo quell’estate

casa editrice: Oscar Mondadori
anno: 2012
isbn: FUORI COMMERCIO

“Il mondo quell’estate” è un libro ambientato nel periodo nazista in Germania e l’autore è Robert Muller, che ha vissuto proprio in quel periodo la sua infanzia e che, come si capisce dal suo commento finale, ha scritto questa storia per non dimenticare la follia di quel periodo storico. Il libro racconta l’estate del 1936 di un adolescente tedesco, Hannes Hacker, ad Amburgo. E’ l’anno delle Olimpiadi e Hannes insieme ad altri coetanei le segue con entusiasmo ed esaltazione, è iscritto alla Jungvolk e come tanti ragazzi spera di ottenere il Pugnale, simbolo di vera appartenenza e valore. Hannes nasconde però un segreto: la sua nonna materna Rosa, a cui lui è legatissimo, è ebrea e nessuno deve scoprirlo. L’ autore quindi nel raccontare le giornate di Hannes descrive i diversi comportamenti che lui deve tenere con i suoi familiari, con la nonna e con i ragazzi dello Jungvolk, che lo mettono a dura prova confronti, ma anche con se stesso. Desiderare di conquistare il Pugnale, seguendo le aspirazioni dei giovani seguaci di Hitler, significa allo stesso tempo rinnegare le sue origini, pertanto la sua nonna ebrea che è la persona con cui lui ha un legame speciale. Hannes non può assolutamente fare errori, è costretto costantemente a mentire non sapendo bene con chi stare e dove stare e quindi con grandi sensi di colpa. Purtroppo con il peggiorare della situazione politica tutto si complica sempre più sino alla tragedia, con il suicidio della sua cara nonna Rosa, che proprio Hannes trova morta in casa. I familiari di Hannes, per garantirgli la salvezza, lo fanno fuggire all’estero da parenti. Questo libro per come è scritto e perché racconta la storia di un ragazzino che ha più o meno la mia età, mi ha coinvolto ed emozionato, riuscendo a farmi immedesimare nel protagonista e nei suoi stati d’animo e soprattutto facendomi rendere conto di quanto deve essere stato difficile sopravvivere in quel periodo storico dove, soprattutto i giovani, crescevano educati ad esaltare la supremazia tedesca, odiando il diverso e prevalendo sugli altri umiliando e tradendo anche gli amici. La cosa che mi ha colpito di più è la grande solitudine di Hannes che non può confidarsi completamente con nessuno e che si sente addosso una responsabilità sicuramente troppo grande per la sua età.

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